«Ho sentito l'impulso di abbracciarlo», Marco e Kyrylo hanno commosso

11.06.2017 18:34 di  Alessandro Palermo   vedi letture
FOTO: SERGIO MAZZA
FOTO: SERGIO MAZZA
© foto di Marco Venga e Kyrylo Fesenko

E' passata quasi una settimana dall'eliminazione della Scandone Avellino, uscita in semifinale playoff per mano della Reyer Venezia, impegnata in questi giorni nella finale scudetto contro la sorprendente Aquila Trento.

Sono passati sei giorni da quella partita giocata al "PalaDelMauro", sei come gara-6, che lunedì scorso ha spezzato il sogno della società irpina e dei suoi splendidi tifosi. Da quella sera è rimasta soltanto l'amarezza, per uno scudetto (sarebbe stato il primo) che alla Scandone avrebbero ricordato per sempre. Una squadra comunque da applausi, uscita a testa alta dopo una stagione molto positiva tra campionato e Champions.

Da quella sera si ricordano ancora le lacrime di Kryrylo Fesenko, un gigante di due metri e sedici per 135 chili, che davanti al pubblico biancoverde si è sciolto come non mai. Nel post partita dello scorso 5 giugno si è vista tutta la fragilità di un giocatore, entrato nel giro di pochi mesi nei cuori di tutto il "Del Mauro", che non avrebbe mai voluto un finale così triste.

Al termine della partita "Kylo" (come lo chiama il pubblico della Sidigas) è andato a salutare tutti i tifosi, non riuscendo a trattenere le lacrime nel momento in cui un ragazzino lo ha abbracciato. Un abbraccio sincero, affettuoso e bellissimo, che ha fatto il giro del web con video e fotografie molto toccanti. E bene, noi di pianetabasket.com abbiamo intervistato quel ragazzino, per farci raccontare - seppur a distanza di sei giorni - le emozioni provate nell'abbracciare il suo idolo.

Il suo nome è Marco Venga e gioca nelle giovanili della Scandone (under 14), queste le sue parole:
«Io e Fesenko ci conosciamo in quanto spesso faccio allenamento dopo la Prima Squadra, e qualche volta i giocatori si fermano con noi a scambiare qualche parola. Penso che Kyrylo sia un giocatore ma anche una persona speciale. Avevo visto la sua condizione emotiva alla fine della partita, e quando è arrivato vicino a me era in lacrime, quindi ho sentito ľimpulso di abbracciarlo per consolarlo. Anche se non ci siamo detti niente, il nostro abbraccio ha parlato da solo».

Una bellissima pagina di sport, che ha fatto commuovere e sorridere allo stesso tempo. L'abbraccio tra Marco e Kyrylo è il motivo per cui la pallacanestro è un qualcosa di meraviglioso, qualcosa che unisce, quel qualcosa che ci fa vivere emozioni. Per questo la pallacanestro merita il nostro amore, come noi meritiamo il suo. Viva il basket!

ALESSANDRO PALERMO