II modello Nba e le regole sono un esempio per crescere in Italia

 II modello Nba e le regole sono un esempio per crescere in Italia

(di Giorgio Gandolfi). Questa settimana inizia la finale Nba tra Golden State e Toronto. La Nba è stata per molti anni una parte del mio mondo, prima come giornalista e in seguito, quando lavoravo con la Converse Ali-Star a Londra, con un contatto molto più approfondito per i molti e vari eventi organizzati come loro partner. Dalla Nba ho appreso molto, inizialmente frequentando i Philadelphia 76ers, in seguito New York e, soprattutto, gli Oliando Magic negli ultimi anni. Tre sono gli aspetti che mi sono rimasti impressi, cioè l'organizzazione, l'anteporre il bene comune agli interessi delle singole squadre e l'applicazione delle regole nei confronti di chiunque, indipendentemente dal nome della squadra e della qualifica di un membro di quel club.

Troppo facile dire che hanno enormi disponibilità economiche, che possono disporre di palazzetti modernissimi e capienti tre o quattro volte i nostri impianti. L'efficienza e le capacità si misurano in modi differenti e non ci si deve basare sulla potenza economica, vedi l'esempio dell'Aquila Trento.

Organizzazione. Non si trascura alcun dettaglio, perché i dettagli sono estremamente importanti per avere un quadro perfetto. Ricordo che nel regolamento Nba c'era un capitolo in cui si precisava come comportarsi nel caso in cui avessero dovuto sostituire un tabellone. Prima dell'inizio della stagione un addetto Nba si recava presso ogni squadra, e cronometrava in quanto tempo gli addetti riuscivano a sostituire un tabellone. Questo è uno dei massimi esempi di organizzazione e cura dei dettagli per evitare perdite di tempo, sia per gli spettatori in campo, che di fronte alla televisione, come anche d'immagine. Anteporre il bene comune agli interessi delle singole squadre. Nessuna squadra è più importante delle altre, non importa se è in una grandi città come Los Angeles o New York o piccola come Milwaukee o se ha maggiori disponibilità economiche.

Tutte le squadre lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi economici, di comunicazione, d'immagine e di sviluppo, nessuna esclusa. Prima di autorizzare la cessione o il trasferimento di sede di una squadra vi deve essere l'approvazione delle altre e vengono fatte ricerche approfondite sulle disponibilità del o dei nuovi proprietari prima dell' approvazione definitiva. Regole. Ci sono e sono ferree. Per avere criticato pesantemente la Lega, Mark Cuban, il proprietario dei Dallas Mavericks, anni fa è stato sanzionato con un milione di multa, che ha dovuto pagare. Le decisioni del Commissioner della Lega, ai miei tempi David Stem, attualmente Adam Silver, sono vincolanti e non esistono commissioni d'appello di primo o secondo grado, come da noi. Non avremo mai e poi mai la loro potenza economica ed i loro palazzetti, ma potremmo almeno studiare, prima, e poi copiare quanto è possibile applicare un Italia per migliorare questo nostro basket.