Umarell da Playoff... Cosa si inventa un regista per riprese che spaccano

Umarell da Playoff... Cosa si inventa un regista per riprese che spaccano

(di Giancarlo Fercioni). Umarell da Playoff... Tra Campionati e Coppe varie penso di aver superato abbondantemente la doppia doppia nelle regie. E i problemi da affrontare erano sempre gli stessi: cosa si poteva fare per dare più valore alle riprese e quindi cosa inserire nel format di ripresa e, sentendo la campana dei produttori, quanto si poteva spendere ...

Come al solito, è sempre una questione di soldi! Tu hai delle idee grandiose, telecamere speciali che ti consentono di valorizzare particolari aspetti dell’incontro e, immediatamente, la voce che dice “.. siamo fuori budget” oppure “.. costa troppo” o altre versioni con lo stresso contenuto, ti fanno tornare sulla terra. E li comincia il lavoro ai fianchi: convincere potenziali alleati quali i giornalisti, chi produce la partita chiedendo sconti, magnificando le potenzialità dei nuovi aggeggi ai vari direttori e, dulcis in fundo, facendo richieste superiori alle necessità in modo di contrattare e magari ottenere quello che in realtà interessa. Con questo sistema siamo riusciti a ottenere negli anni parecchi gadget che adesso sono normali ma allora erano veramente cose in più. Per esempio? I replay digitali (Evs o Blt che fossero) possiamo, con un certo orgoglio, affermare di essere stati i primi in Italia e nello sport a farne uso. E che uso... Tutte le funzioni che avevano le abbiamo spremute: dai semplici replay istantanei, alla lente d’ingrandimento, alla lavagna (gestita direttamente dal giornalista) con un mouse nella primissima versione poi con una lavagna grafica successivamente. Ma c’erano un sacco di “giocattoli”esclusivi per il periodo che adesso si trovano in qualsiasi programma di editing, insomma ci siamo divertiti.

All’inizio il problema era la durata del disco sul quale venivano registrate le immagini: 3 minuti, dopodiché la macchina riscriveva se non salvavi le clip. Ma la particolarità era che il programma prevedeva che la durata rimanesse sempre 3 minuti e allora la macchina diminuiva la qualità per occupare meno spazio: insomma si partiva con replay a qualità 100 e si finiva con molto ma molto meno... Le prime microcamere retrocanestro che ti consentivano un punto di vista sinora mai visto anche se pure lì la qualità era molto differente da quella delle telecamere che riprendevano la partita. Lì l’abilità era quella di una figura poco conosciuta da chi non bazzica i camion regia: il controllo camere. E’ l’operatore che ha gli strumenti per tarare in tempo reale le telecamere che gli vengono assegnate (a quei tempi tutte...) . Quelli bravi riducevano la differenza tra le telecamere “vere” e le micro e non era una cosa da poco...

Per fare qualche esempio... intanto vediamo oggi cosa e se si sono inventati i miei ex colleghi.

Giancarlo Fercioni.

Nota Bene. Per chi non conosce la definizione, l’umarell (dialetto emiliano ma ora sdoganato in tutta Italia) è il pensionato curioso che osserva i cantieri, ma anche qualsiasi cosa succeda in giro. Io sono entrato nella categoria dopo trentacinque anni di regia televisiva in giro per quasi tutte le televisioni: prima le private, poi Rai, Mediaset e la pay tv, Tele+ e Sky. Adesso, oltre ad andare a spasso con i miei cani, mi occupo di tutto quello che vedo in giro, come la maggior parte dei pensionati. L’unica differenza è che sono un umarell che non vuole mollare la sua vecchia passione (e precedentemente lavoro) cioè il basket.