Antonio (Tonino) Costanzo ci ha lasciati

Fonte: Sandro Spinetti
Antonio (Tonino) Costanzo ci ha lasciati

Un notizia che non avremmo mai voluto ricevere e che solo la serenità con cui ci ha lasciati, assopito sulla sua poltrona preferita durante la “pennichella”, ci da un po’ di conforto.

Tonino aveva aperto l’anno festeggiando il suo 80° anno, era stata Protagonista in aprile alla presentazione del libro in onore di Fratel Mario fondatore della Stella Azzurra Roma : “ L’Uomo che donò una Stella a Roma ed al Basket “ e solo la scorsa settimana aveva festeggiato l’arrivo del Natale con i suoi vecchi compagni ed allievi degli anni d’oro.

Ora si è riunito con quella parte della Stella Azzurra degli anni 50/60 e certamente non mancherà di dare ancora dei suggerimenti ed essere una “stella” di riferimento per i giovani stellini di Germano d’Arcangeli, in questi giorni impegnati nel Torneo Internazionale Giovanile “Città di Roma”.

Solo pochi mesi fa scrivevo, proprio per il libro, queste riflessioni su Tonino, per me un fratello maggiore ed una guida fin dal 1° giorno di serie A (20 settembre 1958).

Tonino, non ci mancherai, perché sei e sarai sempre con noi.

Sandro 

Tonino Costanzo

Quale impatto sul basket romano.

La carriera di un allenatore non è mai iniziata così in silenzio ed inattesa come quella di Tonino Costanzo.
Un inizio nato dall’avvicendamento tra un famoso allenatore come Francesco Ferrero ed un giovanissimo quale Tonino Costanzo ( nel 1958 a soli 26 anni).
Tonino fu fermato da una maledetta flebite, acuitasi in Nazionale in Ungheria, che per i tempi di allora non fu possibile curare.
Non so per quale vicende Ferrero fu avvicendato, ma la scelta di Tonino richiamò tre motivi propri di quei tempi: la stima di tutta la Stella Azzurra per il suo Pivot e Capitano, la necessità di non correre delle avventura economiche, la lungimiranza ed il grande “bernoccolo” da talent scout di Fratel Mario.
Tonino non ebbe quindi un immediato impatto sul basket romano, già forte della tradizione tecnica della Ginnastica Roma e della Lazio Basket, ma si impose subito per stile, personalità e capacità di gestire i propri….. compagni di squadra.
Il suo primo merito è di avere continuato nel solco di Ferrero, poi di seguito, aver raccolto subito la stima e la disponibilità dei suo ex compagni e soprattutto il coraggio nel gettare nella mischia alcuni giovanissimi (Spinetti, Marinozzi, Palladino, Napoleoni, Falcomer).
Quella dei giovani, filosofia nel DNA della Stella Azzurra, continuò ad essere una convinzione dello stesso Tonino che ne fece tesoro e la valorizzò in tutti gli anni della sua carriera (Quercia, Rovacchi, Bastianoni, Kunderfranco).
Tonino, forte della sua freschezza, è stato il primo a sperimentare ogni novità tecnica a Roma (passing game, zona press), pur restandoi sempre federe ai più semplici principi di questo (fondamentali, gioco corale, grande coesione di gruppo); dando alla Stella Azzurra per oltre 20 anni una identità ed una identità propria e non copiabile.
Tonino ha vinto subito, anche contro Squadre blasonatissime, come nel gennaio 1959 a Milano contro il Simmenthal e su tutti i campi ha sempre presentato una squadra moralmente compatta e tecnicamente bella da vedere (qualsiasi fossere i suoi giocatori).


Tonino cosa ha lasciato al basket romano.

L’eredita che ha lasciato è figlia del suo essere uomo e tecnico: la semplicità, l’equilibrio e la conoscenza piena dei fondamentali. 

Per anni ha insegnato la pallacanestro ai suoi ragazzi (tutti), esercitandosi talvolta con loro, dimostrando i movimenti, correggendone gli errori, affinandone le qualità, non lasciando indietro alcuno.

Ha lasciato in eredità le tante affermazioni della Stella Azzurra, i Titoli con la Nazionale Militare e con altre Formazioni Azzurre e le tante ore trascorse ad insegnare pallacanestro ai Giovani, agli Allenatori ed a quanti n gli chiedevano consigli e lumi.

Ma l’eredità più grande, che ancora oggi traspare per chi lo incontra, è la sua umiltà, serenità e semplicità.

Tonino Costanzo, oggi ad 80 anni, è un Monumento un tantino dimenticato della Pallacanestro Italiana, ma resta un grandissimo allenatore di pallacanestro.

Perché è stato un grande coach..

Perché a 26 anni ha saputo superare il ritiro dall’età agonistica.
Perché ha avuto il coraggio di ereditare la panchina da una Santone di allora.
Perché ha subito gestito al meglio i vecchi compagni ed i nuovi del vivaio, senza favorire alcuno.
Perché ha vinto tanto ed  ha sempre migliorato tutti i giocatori che ha allenato.
Perché  ha lasciato ai Giocatori di esprimersi e di raccogliere i meriti della vittoria.
Perché non ha mai evitato di chiedere consiglio, di confrontarsi e di guardare gli altri. 
Perché con umiltà, qualità ed equilibrio ha dato identità, carattere e qualità alle sue Squadre.
Perché per oltre 20 anni ha rinunciato alle tante chiamate per guidare la sua Stella Azzurra.
Perché, lasciata la panchina, è stato Maestro di numerose generazioni di giovani allenatori.
Perché ad 80 anni, pur non condividendo il basket di oggi, se interpellato, non lesina consigli ed è pronto a dare il proprio apporto.

Grandi Allenatori e Grandi Persone nella Pallacanestro ce ne sono e ce ne sono state tante, ma Antonio Costanzo è stata ed è UNICO !