Lubiana amara, la Slovenia rimane la nostra "bestia nera"

Belinelli
Belinelli
© foto di Foto Savino Paolella

( Mario Arceri ) - L'Italia si ferma a tredici. Perde con la Slovenia l'imbattibilità europea, e in fondo era prevedibile visto che la squadra di Maljkovic è da vent'anni (da quando il suo paese ha conquistato l'indipendenza) la nostra bestia nera, battendoci anche nei momenti più felici, come in Svezia nel 2003. Doveva accadere, peccato che sia avvenuto proprio oggi, all'inizio del cammino verso i quarti di finale che ora si fa immediatamente e inaspettatamente difficile, se non proibitivo.

La vittoria della Grecia sulla Spagna (79-75) rimette infatti in corsa gli uomini di Trinchieri, che hanno la possibilità tecnica di battere sia la Slovenia sia la Croazia (88-63 alla Finlandia) ora che hanno recuperato Spanoulis e la convinzione nei propri mezzi. L'Italia se la dovrà invece vedere sia con i croati, sabato, sia con gli spagnoli, lunedì...

La squadra di Repesa ha raggiunto gli azzurri in classifica, così come gli sloveni, riaprendo - secondo logica - il discorso per la qualificazione dalla quale è ormai esclusa la sola Finlandia che non avrà dunque particolari motivi per opporsi con fermezza a croati e sloveni.

Abbiamo ceduto di sette punti (77-84), ma a novanta secondi dalla fine eravamo sotto di tre lunghezze pur giocando decisamente male e dopo averne recuperate sei (da 65-74 a 74-77) prima di ripiombare sul 75-84 e siglare con Gentile i due inutili punti finali a soli 2" dal termine. Sconfitta netta, dunque, ma evitabile se di fatto l'Italia è stata battuta dalla famiglia Dragic, da Goran, play di Phoenix, e dal fratello Zoran che gioca a Malaga. In due hanno segnato 37 punti, con Zoran (guardia di 1.96) che ha catturato undici rimbalzi e Goran che ha servito sei assist. Insomma i due fratelli nati a Lubiana a distanza di tre anni e un mese l'uno dall'altro, hanno praticamente da soli (con il contributo di Nachbar, fastidioso nelle continue proteste) fermato secondo tradizione la Nazionale italiana. Probabilmente, come è sempre stato, non andranno molto lontano, ma intanto hanno messo tra le ruote del carro leggero degli azzurri un robustissimo bastone che rischia di farci deragliare.

E' chiaro che ci sono molti motivi di recriminazione. Cusin si è caricato subito di falli e Melli stavolta non è stato reattivo come in altre occasioni esponendoci alla superiorità atletica degli sloveni con le torri Begic e Vidmar. Di fatto, Cusin ha dovuto fare gli straordinari, distinguendosi anche in attacco (10 punti) vista l'anemica prova delle punte azzurre che hanno tirato per metà gara con percentuali pessime da due tenendo su la baracca con le triple di Datome e Gentile.

Purtroppo è stata negativa la serata di Belinelli. Marco, che nelle prime quattro gare era stato un punto di riferimento prezioso e puntuale per i compagni, ha forzato il tiro, sbagliato canestri in entrata che in altri tempi non avrebbe in alcun modo fallito, chiudendo con un 3/15 (1/8 da due!) evidentemente fallimentare e decisivo nello scavare il passivo nei confronti della Slovenia, tanto più che negli ultimi 90", con la partita riaperta grazie alla nuova pericolosità offensiva degli azzurri contro avversari atterriti dalla prospettiva di un terzo ko consecutivo, i nostri, da Diener ad Aradori, da Gentile a Belinelli, hanno commesso errori tanto evitabili quanto decisivi nello spingere la Slovenia verso un comodo rush finale, siglato dai dieci punti consecutivi della famiglia Dragic.

Un vero peccato perché si è persa una partita largamente alla nostra portata per il valore tecnico degli avversari, perché si è perso smarrendo quelle che erano state fin qui le nostre armi vincenti. Deboli sotto canestro (45 rimbalzi per la Slovenia, 15 in attacco, appena 28 per l'Italia), non reattivi sulle palle vaganti consentendo a Lakovic e compagni troppi doppi tiri con una difesa lenta e un po' molle.

Pianigiani questa volta non si è fidato di Vitali e Poeta, ha concesso tre minuti a Magro (un fallo e una palla persa) e appena due a Rosselli per dare respiro a Datome. Ha preferito Diener a Cinciarini (troppo presto tre falli nel difficile controllo di Goran Dragic: ci hanno provato in molti, perfino Belinelli alla fine, senza successo), ma le cose non sono cambiate. L'Italia ha ricucito più volte svantaggi di nove o dieci punti, ma senza mai mettere la testa avanti, ottenendo da Datome, Gentile e Cusin una discreta risposta, ma dagli altri indicazioni inferiori alle attese che l'Eurobasket fin qui disputato consentivano di nutrire.

Pianigiani dovrà ovviamente analizzare questa sconfitta (conta anche l'aspetto ambientale, con dodicimila sloveni a tifare contro), ma soprattutto recuperare carattere e convinzione in vista del prossimo decisivo confronto con la Croazia, sabato subito dopo pranzo. Immediatamente dopo la Spagna avrà presumibilmente vita facile contro la Finlandia salendo anch'essa a 4 punti mentre Grecia-Slovenia, che concluderà la seconda giornata di gare segnerà la sorte degli ellenici, coinvolgendo da vicino anche noi: una sconfitta ci regalerà comunque l'accesso ai quarti di finale, una vittoria ci obbligherà - se non avremo già battuto la Croazia - a cercare un difficile successo sulla Spagna nella giornata conclusiva.