Auxilium & Istituzioni: Werther Pedrazzi mette ordine sul web!

Auxilium & Istituzioni: Werther Pedrazzi mette ordine sul web!

(di Werther Pedrazzi). Requiem per il movimento.

Lasciate ogni speranza, finché a farla da padrona sarà l’ignoranza.

In mille modi centrifugata da nuovi strumenti (i social) dove basta un computer e un dito… Sempre quel maledetto dito che indica orizzonti ristretti al tetto di casa e non raggiunge mai la luna… Quel dito che, a miglior uso, sapremmo anche indicare l’opportuna collocazione…

L’ultimo episodio, in ordine di tempo, il bruttissimo guaio di Torino e dell’Auxilium, è proprio quello che ci ha fatto abdicare anche all’ultima speranza.

 La reazione più diffusa, che abbiamo letto e registrato? “Petrucci vattene!”. Che nemmeno vogliamo entrare nel merito. Ma, buon dio, cosa c’entra? Il presidente della Fip potrà anche essere accusato di ogni misfatto, potrà anche essere lui quello che ha ucciso l’Uomo Ragno, ma cosa c’entra con la (triste) situazione di Torino? E’ stato forse lui a creare il debito in quella società, o forse da lui è venuto il suggerimento di una gestione improntata esclusivamente all’apparire (Vander Blue, Larry Brown… ecc. ecc.) e non alla concretezza dell’essere? E dopo un colpo al cerchio, non può mancare quello alla botte, facendo peraltro alquanta confusione: “Una Lega basket che può solo produrre morti e feriti se rimani tu (riferito a Petrucci in un commento, ndr) alla guida”.

Veramente il presidente della Lega Basket sarebbe Egidio Bianchi, quello che ha preso il provvedimento di esclusione dell’Auxilium dall’associazione, che poi sarebbe l’Associazione dove si esprimono i proprietari delle Società, direttamente o attraverso i propri delegati. Un provvedimento ineccepibile! Legittimo? Altro che! Essendo la Lega Basket un’associazione privata avrà pur il diritto di decidere chi accogliere o meno tra i proprio affiliati, soprattutto se ciò avviene non per capriccio, bensì in ottemperanza ad uno Statuto nuovo ed inclusivo. Per molti, ma non per tutti.

Non per il magnate russo, che nella medesima stagione, seppur in altra sede, infiniti lutti addusse al nostro movimento. E adesso, voleva riprovarci con Torino? Niet! Bene che ha fatto la Legabasket ad impedirlo. Mentre nessuno si poneva l’unica domanda, vera: qual è il motivo per cui il magnate russo sceglie sempre l’Italia per le sue “operazioni”???

Invece si scatena la dietrologia… Con quella venatura complottistica che sempre l’accompagna

Eh… Ma non hanno mai fatto niente prima… Perché proprio adesso, e con Torino?”

Di solito a dire e scrivere queste cose sono proprio coloro che in passato più forte hanno strillato contro l’immobilismo. Evidentemente quando non toccava loro. Ma poi, in buona sostanza, cosa ci stanno venendo a dire? Che si dovrebbe continuare a non fare niente, a non intervenire? Senza manco sfiorare il vero obiettivo. Di vita si può anche morire, intollerabile sarebbe il fatto che, poi, una morte non fosse servita a niente. Eccolo, il punto. Se Legabasket e Fip hanno tracciato un solco, per il futuro guai a fare un passo indietro, guai per tutti quelli che d’ora in avanti cercheranno di oltrepassarlo. Quel maledetto solco…

Insomma, ci sarebbe uno Statuto da leggere tutto, da approfondire ed eventualmente commentare… Ma che palle… Andarselo a leggerselo tutto … Meglio sentenziare. E scatenare quelli che… se c’è libertà, perché non posso dire che la Terra è piatta? No, no… Meglio seguire il dito monco e prendersela con la Lega o soprattutto con Petrucci, a prescindere, come nel vecchio proverbio cinese: “Alla sera, quando rientri a casa, picchia tua moglie. Tu non sai perché, ma lei si”. Il livello è questo. Requiscant in pace. Amen, se dopo un disastro si perde (in sterile polemiche) anche l’occasione per ripartire, ricostruire meglio di prima. 

A questo proposito, ci è rimasta impressa una citazione, di cui purtroppo non ricordiamo l’autore:

Terremoto distrugge una casa,

 quel che resta è un panorama mozzafiato”.

Infine, sempre in riferimento al caso Auxilium che, nel caso  non si fosse capito lo ribadiamo, noi riteniamo emblematico per lo stato del Movimento e dei suoi dintorni, ci sarebbe da considerare un aspetto tutt’altro che marginale, anche se delicato da maneggiare. Perché inerente ad Amore e Passione. Questione seria che riguarda non solo una squadra, ma anche, o forse soprattutto,  i suoi tifosi e una città. Che poi ci tocca scendere sul personale… Piero, Giorgio, Paolo, Guido… colleghi, amici che riscuotono la nostra più grande stima… E Peppe? Un capitano, uno di quelli al quale vogliamo più bene… Tutti quelli, insomma, cui è stato tolto qualcosa di importante, e non certo per colpa loro. Ed anche lo capiamo, se per troppo amore uno di loro, paragonando la Legabasket alla Santa Inquisizione, è andato fuori testo e fuori contesto, e non per questo il peso della nostra stima diminuisce di un grammo… Però, bisognerà pur arrendersi all’antichissima evidenza, quando dice che l’amore spesso è cieco. Soprattutto quando applicato in ambito professionistico. Dove i battiti del cuore vanno controllati con la testa. Da questo punto di vista il trauma torinese ha un responsabile, e uno soltanto: la dirigenza.  Lasciando totalmente perdere ogni “benaltrismo”, poiché ci potranno essere state tutte le complicità che volete, ma tutte assolutamente subordinate alla responsabilità principale. E quel che resta sono soltanto due parole, copiate ed incollate da Antonella, un’altra grande amica torinese: “Tristezza e Amarezza”!

PS. Ormai è luogo comune dire: non ci sono giocatori italiani. Ma siamo sicuri che ci siano dirigenti all’altezza per il basket italiano?