EuroLeague - Glickman: "Si può fare business all'europea con la pallacanestro"

Glickman e Bodiroga
Glickman e Bodiroga
© foto di EuroLeague.net

Nel passaggio di una intervista a Marshall Glickman, il nuovo amministratore delegato di EuroLeague fatta da Piero Guerini e pubblicata oggi da Tuttosport, si parla di business e fruizione della pallacanestro in un contesto europeo, in aggiunta ai concetti espressi ieri.

EuroLeague: nuove intese. Dobbiamo fare in modo che tutti i club trovino una via comune e collaborino sulla visione stabilita. Questo è il punto di partenza.

Business NBA, business EL. La principale differenza riguarda i soldi, il business. Poi il modo in cui si gioca qui è diverso, il modo in cui ci si relaziona con i fans è diverso. La NBA è un puro prodotto di intrattenimento con un livello di talento incredibilmente alto, ma resta un prodotto di intrattenimento e business. Il primo obiettivo di una franchigia NBA è produrre ricchezza, denaro. Qui è meno indirizzato al denaro e secondo me dobbiamo badarci di più, guardando con realismo la situazione la situazione, perché ci si poggia su imprenditori che vogliono spendere per lo sport. Possiamo migliorare le strutture, ma dobbiamo restare fedeli a ciò che siamo, una lega europea.

Nonostante il dominio del calcio? Sicuro, assolutamente. I ventenni di oggi si stanno un po' allontanando dal modello di fruizione del calcio, non del tutto ma lo stanno facendo. Seguono più sport e in particolare il basket esercita un fascino particolare sulla generazione Z, sui giovani millennials e sulle donne e dunque penso non ci sia alcun problema.

Millennials. Io credo che per via delle tecnologia che utilizziamo con costanza e in mezzo alle quali viviamo ci siano meno differenze tra i giovani nel mondo. Mio figlio che ha 22 anni vuole vedere gli highlights e le star che mostrano giocate straordinarie. Perciò penso che Euroleague debba dare agli spettatori, ai fruitori, ciò che vogliono, dove vogliono, quando vogliono e nel modo in cui lo vogliono. Il mondo non solo della comunicazione è in continuo cambiamento. Bisogna adeguarsi sempre. Sono convinto che la prossima sfida, sia fornire il maggiore numero possibile e vario di contenuti in tempo reale.

Diritti e media. ll futuro è trarre vantaggio di ogni piattaforma, da ogni tecnologia. Ma per esempio neg Usa i diritti media classici, che chiamiamo tv forniscono ancora un enorme contributo economico: circa 2,7 miliardi ogni anno e il prossimo contratto prevedo che sarà da 8 miliardi all'anno. Poi ci sono i diritti locali e regionali. Significa che ogni team ha la possibilità di competere. Lo so che qui non possiamo replicare, ma se troviamo un modo per incoraggiare un maggiore equilibrio competitivo, tornerà a vantaggio del gioco, dell'interesse e dunque del business. Ora le differenze tra i budget dei principali club e quelli che stanno verso il fondo della classifica è troppo vasto. Dobbiamo chiudere il gap.