Andrea Cinciarini: ''Reggio Emila isola felice. Dateci fiducia, noi italiani sappiamo vincere''

Il playmaker della Grissin Bon e della Nazionale parla delle proprie ambizioni con il club ed in ambito azzurro
Fonte: Lega Basket/repubblica.it
Andrea Cinciarini
Andrea Cinciarini

Andrea Cinciarini, playmaker e capitano di Reggio Emilia, capolista della serie A con Sassari e Venezia. Dietro una squadra che vince c'è sempre un segreto, il vostro qual è?
"Un segreto vero e proprio non c'è. Questa è una squadra costruita con giocatori che hanno fame, voglia di migliorarsi e arrivare lontano. La società ha costruito un bel gruppo. Ci sono gli italiani, quasi tutti giovani, che hanno voglia di far vedere di valere la serie A, penso a Mussini, Della Valle ma anche agli stessi Polonara e Cervi. E poi c'è gente esperta che ha vinto tanto, parlo di Kaukenas, Lavrinovic e Diener".
 

Bilancio: 5 vittorie e una sola sconfitta (di un punto in casa con Cremona), tutto giocando praticamente senza 3/5 del quintetto.
"La forza di questo gruppo è stata propria questa, quella di andare oltre nonostante le mille difficoltà capitate ad inizio stagione. Rinunciare a Diener, Silins e Darius Lavrinovic, e ci metto anche Pini, non è stato facile. Se siamo in vetta è perché anche nei momenti di difficoltà, penso all'ultima partita giocata ad Avellino quando nel terzo quarto ci siamo trovati sotto un paio di volte di sei punti, non molliamo mai e continuiamo a giocare la nostra pallacanestro".
 

Belli e vincenti, proprio nessun difetto?
"Non riusciamo ancora ad ammazzare le partite. E' capitato già qualche volta di sciupare vantaggi importanti in pochi minuti e permettere così all'avversario di rientrare. Su questo dobbiamo lavorare. Abbiamo però margini di miglioramento veramente grandi perché tra un po' torneranno tre giocatori importantissimi. Diener è stato l'mvp dell'ultimo campionato, Lavrinovic ha una carriera che parla da sola e Silins è il nostro miglior difensore, un giocatore che ci dà equilibrio su tutti i lati del campo".
 

Non teme che il rientro di questi tre big possa rompere gli equilibri che si sono creati?
"Bisognerà stare attenti e fargli trovare il ritmo nel più breve tempo possibile. E' vero che giochiamo da due mesi senza, ma non credo ci saranno problemi. Si tratta comunque di tre giocatori molto forti, intelligenti, con grande esperienza".

Il mercato è stato un segnale chiaro delle ambizioni di Reggio Emilia.
"Tre anni fa, quando mi è stata prospettata questa possibilità, non ho esitato un attimo a firmare anche se si trattava di una neopromossa e io arrivavo da un'altra realtà importante come Cantù e giocavo l'Eurolega. Sapevo che qui c'era un progetto importante, ambizioso, che se all'inizio avremmo lottato per la salvezza poi l'asticella si sarebbe alzata. Ed è stato così. La squadra è stata costruita davvero bene, è un giusto mix di giovani ambiziosi e stranieri che hanno già vinto e sanno come vincere e giocare determinate partite. Sta a noi lavorare duro in allenamento per migliorarci sempre di più. Abbiamo tanti obiettivi in testa".
 

Reggio Emilia sta vivendo uno dei momenti più alti della sua storia. Come si convive con questo entusiasmo?
"L'entusiasmo è una cosa positiva, è trascinante, un punto in più a favore per un gruppo giovane come il nostro. Ora non dobbiamo pensare di essere la squadra più forte del campionato, per fare una grande stagione bisogna rimanere con i piedi per terra, restare umili, affrontare ogni avversario con lo stesso spirito. Se vogliamo restare in alto non dobbiamo cambiare atteggiamento, guai a smarrire l'umiltà, sarebbe un errore imperdonabile".
 

Restare in alto significa lottare per cosa?
"Per qualcosa di importante. La vittoria dell'Eurochallenge la scorsa stagione è stata bellissima, ma non voglio sia l'unica qui a Reggio. E' servita a ribadirmi che la scelta fatta è stata quella giusta. Vogliamo restare tra le prime quattro e provare ad arrivare in fondo in campionato e coppa Italia. E non molliamo l'Eurocup, anche se la classifica non è certo la migliore. La pressione non deve farci paura, sappiamo che siamo una squadra forte, che siamo lunghi e che questo può fare la differenza soprattutto nei play off. Non so dove arriveremo, so dove vogliamo arrivare. Abbiamo tutto per fare bene".
 

Reggio Emilia è un isola felice per i giocatori italiani.
"Qui c'è progettualità, quello che anche a causa del momento di crisi che vive il paese manca in altri club. Difficile programmare quando non c'è stabilità economica. A Reggio si è investito sugli italiani, Cervi e Mussini vengono dal settore giovanile, Silins è cresciuto qui, è arrivato Polonara, a Della Valle è stato fatto un quinquennale, io sono qui da tre anni. Spesso la parola progetto viene usata con superficialità, qui invece il progetto esiste e va avanti. Credo che ai giocatori italiani vada data maggiore fiducia perché possono essere protagonisti se messi nelle giuste condizioni. Prendo ad esempio Mussini, è stato bravo a ritagliarsi il suo spazio ma ha trovato anche una società che ha puntato su di lui e un allenatore come Menetti che lo ha tenuto in campo anche dopo un tiro sbagliato o un pallone perso".

Restiamo su Mussini, che giocatore è?
"Federico ha un talento smisurato e nonostante i 18 anni gioca con la maturità e la faccia tosta di un veterano. E' un ragazzo che sa ascoltare e spero possa pian piano ripercorrere tutte le tappe che hanno fatto i grandissimi di questo sport. In questo momento se devo trovargli un punto debole è il fisico, ma a 18 anni ha tutto quello che non si insegna, vale a dire testa, talento, maturità e lo stare al posto giusto nel momento giusto. Può diventare un giocatore che sposta gli equilibri e fare una grande carriera".

Il campionato sta confermando i pronostici della vigilia.
"Sei giornate sono poche per dare giudizi definitivi. E' chiaro che in questo momento le vittorie in trasferta sono molto importanti. Chi doveva essere davanti è davanti. Venezia ha giocatori abituati a vincere ed è allenata da un super come Recalcati, Sassari ha tantissimo talento, Milano ha fatto qualche passo falso ma verrà fuori. E' un campionato molto bello, tante squadre possono dire la loro per il vertice".

La prossima per la nazionale sarà l'estate dell'Europeo con vista sulle Olimpiadi.
"La speranza è di arrivare a giocarci l'Europeo senza infortunati, con gli 'americani', con Hackett e il gruppo storico. Al completo non siamo inferiori a nessuno e una squadra lunga può fare la differenza. Siamo nel pieno della maturità tecnica, vogliamo giocare un grande Europeo e provare ad arrivare ai Giochi di Rio. E' un sogno che dobbiamo avere tutti, dobbiamo volerlo, niente è impossibile".

Nicola Apicella