Biligha: Avellino è in gran forma ma noi vogliamo il terzo posto

«L'esperienza in Irpinia è stata positiva. L'unico rimpianto è non aver avuto la possibilità di dimostrare a pieno il mio valore»
07.04.2016 00:00 di  Massimo Roca   vedi letture
Fonte: Il Mattino
Biligha: Avellino è in gran forma ma noi vogliamo il terzo posto

Sarà uno dei tre ex del match di domenica contro Cremona. Paul Biligha da Perugia, 26-enne ala-centro, ha ritrovato a Cremona sia coach Pancotto, il primo a dargli fiducia nella sua stagione d’esordio in A ad Avellino (2012-13), sia Nikola Dragovic con cui ha condiviso l’esperienza biennale in Irpinia. Per lui un ruolo ben delineato in uscita dalla panchina con un minutaggio importante (15 minuti di media).

A Cremona si sta ritagliando il suo spazio…

E’ stato un buon campionato. A livello personale sono entrato a far parte di una squadra che ha raggiunto un traguardo storico come i playoff. E’ stato importante giocare gare di un certo livello e centrare uno dei miei obiettivi stagionali: quello di disputare la mia prima Coppa Italia.

Le condizioni di Vitali vi tengono sulle spine, ma ci sono altri protagonisti che si calati nella parte come McGee ed il nuovo arrivo Starks. Siete la vera rivelazione di questo campionato, qual è il vostro segreto?

E’ il frutto di un lavoro di programmazione iniziato già da diversi anni qui a Cremona. Non c’è magia, non è un evento casuale.

Ha ritrovato coach Pancotto…

Con lui ad Avellino ho avuto il mio spazio nella parte finale di stagione. Era una situazione emergenziale e mi sono fatto trovare pronto. Quest’anno c’era un altro tipo di sfida. Dovevo far parte di una squadra dall’inizio. Ho scoperto aspetti nuovi che mi hanno fatto crescere. In un sistema ben impiantato fin dall’inizio ho potuto dargli di più.

Cosa apprezza di più di lui?

Quello che si chiede ad un allenatore è la sincerità e lui di questo valore ne fa una massima.

Esperienza biennale ad Avellino dai due volti: fiducia e prospettive nella prima stagione, ai margini delle rotazioni sotto la guida di coach Vitucci. Cosa porta con sé di quei due anni?

La bellissima città ed una tifoseria straordinaria che in Italia invidiano. Il primo anno ha coinciso con la mia prima esperienza in serie A. E’ stato un anno di crescita senza particolari desideri. L’anno successivo mi aspettavo qualcosa di più. Il mio unico rammarico è questo: non aver avuto mai modo di dimostrare che avrei potuto dare il mio contributo ad una squadra in difficoltà.

Oltre coach Pancotto, ha ritrovato Dragovic. Qual è il vostro rapporto?

Dopo tre anni insieme, ci siamo conosciuti meglio anche fuori dal campo. E’ una persona sorridente che ci ha portato energia positiva accompagnata da ottime statistiche. Nikola ci ha fatto compiere un ulteriore salto di qualità.

Parlate mai di Avellino? Cosa ricordate?

Ci capita spesso di fare delle similitudini sui nostri percorsi in quelle due stagioni. A volte sorridiamo ricordando qualche episodio. Il fotogramma più bello è relativo alle vittorie casalinghe. Ci prendevamo per mano con i compagni di squadra e correvamo su e giù per il campo. E’ una cosa che non accade dovunque.

Che gara si aspetta?

Avellino resta la squadra più in forma del campionato nonostante la sconfitta di domenica scorsa. Li affronteremo forti delle nostre certezze. L’obiettivo è conservare la nostra attuale posizione. Il campionato purtroppo non dà sicurezze al di là di un calendario che sulla carta ci potrebbe vedere favoriti.

Testa a testa Cremona-Avellino, meno diretto il confronto Perugia-Avellino in termini calcistici: pensi che il suo “grifone” riuscirà a guadagnarsi in extremis la post season?

Ci spero. Ricordo l’anno della promozione in B dell’Avellino. Arrivò anche a spese del Perugia. Quest’anno potrebbe ribaltarsi i ruoli con un “nostro” accesso ai playoff.