Daniel Hackett «Devo diventare il migliore insieme a Milano»

Hackett parla di sé della sfida che separa Milano dalle Final Four di Eurolega
Daniel Hackett
Daniel Hackett

Se leader si nasce o si diventa a lui non importa. L’importante è raggiungere i propri obiettivi. Daniel Hackett i suoi li ha ben chiari nella mente e li ribadisce a Vincenzo di Schiavi della Gazzetta dello Sport alla vigilia della prima sfida playoff di Eurolega  contro il Maccabi Tel Aviv.

Tre motivi per essere ottimista «Primo: la fiducia che abbiamo nel nostro sistema di gioco, che è poi quello che ci ha portato a giocarci questo quarto di finale. Secondo: questa è una squadra che ha fame di vittorie e sente la necessità di far riassaporare alla nostra gente i fasti di un tempo. Terzo: il gruppo, il nostro spogliatoio, il rapporto che si è creato tra di noi. Questa è la nostra forza: l'energia la produciamo principalmente al nostro interno».

Il miglior playmaker e il miglior club «l mio obiettivo è quello di diventare una delle point guard più forti in Europa. Questa è stata la molla principale che mi ha fatto scegliere Milano. Gli obiettivi del club e dell'allenatore sono altrettanto ambiziosi. Io lavoro ogni giorno per raggiungere l'eccellenza. Ripeto: io devo diventare il miglior playmaker e Milano il miglior club d'Europa»

La carica del Forum «I tifosi hanno fame di vittorie e percepiamo la loro spinta. Si è creato un circolo virtuoso tra noi e il pubblico e questo è uno degli aspetti più belli dello sport. A me poi, che vivo anche di queste sensazioni, dà benefici ulteriori».

Il Maccabi «Loro hanno un sistema rodato con giocatori che si conoscono da anni. Giocano un basket strutturato con continui cambi difensivi. Dovremo rimanere molto calmi e pazienti. Al momento non c'è una chiara favorita, diciamo 50 e 50, anche se
siamo molto fiduciosi di poter portare a casa questa serie»

Senza Gentile, ma con Langford «Un'assenza grave. Secondo me Ale stava attraversando il momento migliore della carriera. Stava giocando un basket sublime. Torna però il nostro leader, quello che
ha più esperienza. Finora è stato il nostro trascinatore. Certo, sarebbe stato bello vederlo in campo insieme a Gentile».

 Campionato già chiuso? «Chi sostiene una cosa del genere lo fa per mettere pressione e non ha la minima idea di cosa sia la mentalità vincente. Discorsi che non hanno senso, c'è un playoff ancora tutto da giocare e noi non ci facciamo destabilizzare. Quello che è successo in Coppa Italia l'abbiamo scolpito nella testa»

La “rivale” Siena «Sono felice e addolorato al tempo stesso. Felice per Crespi e per il suo vice Magri verso cui nutro stima e gratitudine e perchè sono stato parte iniziale di quel progetto, anche se farò di tutto per  batterli. Addolorato per quello che stanno patendo i tifosi e, a quanto pare, non sono gli unici...»

Pesaro nel cuore «Spero ancora nel miracolo. Lo spero soprattutto per Valter Scavolini, una persona vera. La retrocessione sarebbe un disastro».

Il ritorno di Della Valle in Italia «Devo essere sincero? Forse faceva meglio a rimanere ancora negli Stati Uniti, ma mi piace la faccia tosta con cui si è lanciato nella sua nuova sfida.Col tempo diventerà un top player. Non ho dubbi».