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- Aristide Landi: "Voglio portare Torino in A..."

Intervista esclusiva al gigante nativo di Potenza che ha l'obiettivo di portare Torino in Serie A.
13.02.2022 06:17 di  Emiliano Latino   vedi letture
Fonte: Pianetabasket.com
Aristide Landi in azione
Aristide Landi in azione
© foto di Maurizio Valletta

Quando il 17 Luglio la Reale Mutua Torino ha annunciato la firma di Aristide Landi, i tifosi gialloblu l’hanno fin da subito messo tra i guerrieri che avrebbe guidato la squadra durante la stagione. Niente di più azzeccato, perché il potentino classe 1994 non ha voluto vestire la corazza e affronta ogni battaglia a petto nudo.

La scorsa stagione ha indossato la maglia della Unieuro Forlì, mettendo a referto 9.2 punti e 4.5 rimbalzi ad allacciata di scarpe e con la maglia della Nazionale ha svolto tutta la trafila del settore giovanile, vincendo il titolo europeo U20 nel 2013.

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Abbiamo scoperto che ama i profumi e con sommelier De Vico state costruendo un gruppo di artisti…

“Beh proprio artisti direi di no (ride), ho sempre amato i profumi di nicchia e addirittura li colleziono. Dopo una brutta allergia ho dovuto stoppare questa mia passione”.

Le piace Torino?

“Non l’avevo mai vissuta se non quelle volte in cui venivo a giocarci contro. Una volta rimasi sconvolto per il fatto che non trovammo un posto dove mangiare la sera perché era tutto chiuso. Oggi è cambiata molto, tutto è a portata di mano. Una bellissima città piena di storia e viverci è molto bello. La mia famiglia si è subito trovata benissimo e questo è importantissimo”.

Cosa si aspettava sposando il nuovo progetto?

“All’inizio non ero preoccupato, ma la novità del nuovo corso poteva presentare tante incognite. È bastato poco per apprezzare la grande organizzazione che hanno creato, la puntualità e soprattutto la visione del futuro che non ha eguali. Il presidente Avino, nonostante la prima esperienza di imprenditore nel mondo del basket, sta gettando le basi per una società solida e forte che guada al futuro. C’è sempre da migliorare, ma la strada è quella giusta”.

C’è stato un momento, dopo le sei sconfitte consecutive, in cui vi siete guardati negli occhi?

“Anche quando le vincevamo in serie, abbiamo avuto la percezione che potevamo scendere in campo con ben altro atteggiamento. Poi siamo stati bravi a portarle a casa, ma il suono del campanello d’allarme iniziavamo a sentirlo. Poi sono arrivate le sconfitte e quella di Trapani ci ha fatto particolarmente male e un giorno nello spogliatoio è venuta fuori la voglia di uscire dall’angolo, nonostante le difficoltà. Sembra una banalità, ma è in questi momenti che si vede se una squadra è forte…e noi lo siamo. Perdere a volte può dare quella sveglia che serve per riprendere la giusta via”.

Com’è il suo rapporto con coach Casalone e il suo staff?

“Edoardo è un uomo onesto e nonostante la giovane età, ha ben compreso la visione della pallacanestro attuale. Migliora di giorno in giorno con la squadra e cresce, facendo crescere anche noi. Un paio di settimane fa gli ho detto di essere ancor più duro con me e, per giocatori come me, prendere ogni tanto qualche cazzotto da chi guida la squadra è anche meglio. Come dice sempre, siamo noi ad andare in campo e insieme allo staff cercano e trovano le soluzioni migliori per ognuno di noi”.

Rispetto alla stagione di Forlì, cosa manca al Landi di adesso per raggiungere il top?

“Non amo guardare la statistiche, ma anche l’anno scorso sono venuto fuori alla distanza. Gioco in una squadra che ogni domenica trova nuovi protagonisti e i punti pesanti possono arrivare da tutti. Le difese ci studiano attentamente e ultimamente, abbiamo cambiato qualcosa per rendere al meglio in attacco”.

Domani è tempo di derby: che partita si aspetta contro Biella?

“Sarà una partita dura, sporca e bisognerà essere pronti fin dal riscaldamento. Peccato per le restrizioni che limitano la capienza del palazzetto, perché sarebbe stato bello giocare contro un pubblico numeroso e caldo. Loro vivono un momento molto positivo e noi siamo in netta ripresa…immagina che derby sarebbe stato con gli spalti pieni. Dovremo essere bravi a trovare la concentrazione che abbiamo avuto durante la settimana di allenamento e giocare forte in difesa perché in attacco verrà tutto naturale”.

Le piacerebbe rimanere tanti anni a Torino?

“Assolutamente sì: ogni anno l’obbiettivo deve essere salire nella massima serie e il progetto guarda a questo. Rimanere per anni nello stesso posto, conoscerne meglio l’ambiente e lo staff, non può che essere positivo…e con questa piazza poi ci sarà da divertirsi”.