NBA Focus | Il bilancio di metà stagione: scendono i Warriors, salgono i Nets

18.01.2023 14:50 di  Stefano Bonelli  Twitter:    vedi letture
NBA Focus | Il bilancio di metà stagione: scendono i Warriors, salgono i Nets

La stagione NBA è arrivata al giro di boa ed è dunque l'occasione giusta per stilare il bilancio di quanto si è visto in campo fino ad ora in entrambe le Conference. 

EASTERN CONFERENCE:
A sorpresa è ad est che si è trovato un maggior livello di competitività in questa prima parte di annata. Le prime otto squadre in classifica hanno tutte un record positivo e la sfida per il primo posto è aperta a qualsiasi epilogo. A guidare il gruppo con 3 partite di vantaggio ci sono i Boston Celtics, che nonostante il caso Udoka nel corso della pre-season e qualche scivolone di troppo, si sono rivelati fino ad adesso la miglior squadra sia della Conference che della lega, guidati dal duo Tatum-Brown.

Qualche difficoltà in più per i Bucks di Antetokounmpo, che spesso privi di Middleton non hanno ancora trovato la perfetta quadratura del cerchio, adottando un'andatura da crociera.
Dopo un avvio ricco di difficoltà i Nets hanno deciso di esonerare coach Steve Nash per affidare la squadra a Jacque Vaughn. L'ex allievo di Popovich è colui che ha propiziato la rinascita di Brooklyn grazie ad un Kevin Durant in formato MVP e ad un Kyrie Irving finalmente concentrato solo sulle questioni di campo.

Ottime indicazioni sono arrivate anche dai giovani Cleveland Cavaliers, stabili nelle zone nobili della Eastern Conference. Donovan Mitchell e compagni si candidano come avversaria ostica da superare in una serie di post season.
Vince ma non convince Philadelphia, che sotto la guida di coach Doc Rivers continua a mostrare lacune non indifferenti in vista dei playoff e pare essere un gradino sotto rispetto le prime quattro della classe.
Al sesto posto - l'ultimo che varrebbe l'accesso diretto alla post season - ci sono i sorprendenti New York Knicks, che nonostante i dubbi della vigilia e qualche momento di difficoltà, stanno dimostrando di essere una squadra con la "s" maiuscola grazie alla presenza di Jalen Brunson in cabina di regia.

Dietro a New York troviamo Indiana, altra grande sorpresa di questa prima parte di stagione. I Pacers giocano un basket estremamente funzionale e hanno trovato in Haliburton il futuro uomo franchigia, oltre all'ottimo impatto con la lega del rookie Ben Mathurin. Da valutare cosa deciderà di fare il front office della franchigia di Indianapolis con Turner e Hield, ancora sul mercato e appetibili a molte franchigie.
Deludenti finora invece i Miami Heat, che dopo ottime stagioni sembrano aver perso lo smalto degli ultimi anni e la famosa Heat Culture inculcata da Pat Riley. Con un'età media più alta rispetto alle rivali, la finestra per il titolo è molto ristretta e servirà qualche operazione sul mercato delle trade per rimontare e competere ai playoff.

Al nono posto la prima squadra con record negativo ad est, ovvero gli Atlanta Hawks. In estate l'ex squadra di Gallinari aveva puntato su Dejounte Murray per formare una coppia di backcourt con Trae Young, ma l'esperimento al momento non sta dando i frutti sperati. Il rapporto fra la star dell'Oklahoma e coach McMillan è ai minimi storici e i risultati ne sono la perfetta rappresentazione sul campo. Difficile pensare che McMillan possa preservare il posto fino al termine della stagione: urge un cambio di rotta per centrare la post season.
Deludenti anche Toronto e Chicago, entrambe ancora aggrappate al treno play-in più per i demeriti delle dirette concorrenti che per meriti propri. I Raptors si apprestano ad affrontare un mese che deciderà il loro futuro in vista della trade deadline, mentre i Bulls sono costretti a spingere sull'acceleratore non avendo a disposizione la propria pick al prossimo draft (ceduta ai Magic nell'acquisizione di Vucevic).
Annata senza infamia e senza lode per Washington, che come pronosticato alla vigilia rimane in un limbo dal quale è difficile uscire, soprattutto se Beal dovesse continuare ad avere problemi fisici.
Positiva invece la stagione dei Magic, perlomeno per quelli che sono gli obiettivi di una squadra in pieno rebuilding. I giovani di Orlando - capitanati da uno strepitoso Paolo Banchero - stanno dimostrando di poter essere sufficientemente competitivi e di avere le carte in tavola per tornare ai playoff in un futuro non troppo lontano. Profondo rosso invece per Detroit e Charlotte, ormai focalizzate sul tanking e sul cercare la miglior posizione possibile in vista della lottery. 

WESTERN CONFERENCE:
Il livello espresso finora dalle 15 squadre dell'ovest è stato estremamente deludente, ad esclusione di qualche nota lieta. Denver e Memphis si contendono la vetta della classifica e sono state le due squadre più continue nella prima parte di stagione grazie a Nikola Jokic e Ja Morant. Alle loro spalle si trovano le due squadre più sorprendenti, ovvero New Orleans e Sacramento. I Pelicans sono stati a lungo anche al primo posto, prima di calare a causa dell'infortunio di Zion Williamson. I Kings hanno invece carburato pian piano e sotto la guida di coach Mike Brown sembrano pronti per tornare ai playoff dopo ben 16 stagioni di assenza.

Senza particolari guizzi l'annata di Dallas che con Doncic al timone punta ad arrivare alla post season nelle migliori condizioni possibili, sia fisiche che tecniche. Appena sufficienti Clippers e Warriors, aggrappati alla soglia del 50% di record. Per entrambe le squadre gli infortuni dei propri leader (George, Leonard e Curry) hanno rappresentato un ostacolo difficile da superare e sono ancora alla ricerca della giusta alchimia.
In risalita Minnesota, che dopo la disastrosa trade per Rudy Gobert, ha faticato a inserire il lungo francese nei meccanismi di coach Finch, anche a causa della prolungata assenza di Karl Anthony-Towns. Ad impattare negativamente sulle prestazioni dei Timberwolves anche una panchina svuotata del talento e della profondità che aveva permesso alla franchigia di Minneapolis di accedere ai playoff la scorsa stagione.

In caduta libera invece i Suns, che senza Devin Booker stanno perdendo posizioni in classifica partita dopo partita. La magia che circondava la squadra arrivata fino alle Finals nel 2021 sembra ormai svanita. I Jazz, dopo un avvio di stagione strepitoso, stanno ora pian piano tornando sulla terra. Un Markkanen formato All Star tiene comunque Utah in piena zona play-in, risultato impensabile alla vigilia.

Altra mini sorpresa sono i Thunder, che guidati da Shai Gilgeous-Alexander sono in scia alle rivali per provare a strappare un insperato pass per i play-in. Oklahoma City, priva di Holmgren, nella seconda parte di stagione potrebbe decidere di tankare in ottica lotteria, ma al momento sono tra le squadre più in forma della lega.
Deludenti rispetto alle aspettative invece sia Portland che Los Angeles sponda Lakers. I Blazers, nonostante la trade estiva per Jerami Grant, faticano a trovare continuità, mentre Lebron senza l'infortunato Davis può al massimo tenere i losangelini non distanti dalla zona post season.
Male, se non malissimo, le due texane San Antonio e Houston. Se perlomeno gli Spurs sono entrati nel loro primo anno di rebuilding, i Rockets per la terza stagione consecutiva rischiano invece seriamente di terminare come peggior squadra della lega, senza mostrare alcun miglioramento o sviluppo dei giovani draftati dal post-Harden.